Intervista a Francesca Spigarelli – Big Data , Intelligenza artificiale e 5g: la cura cinese al coronavirus

201040993-740639a3-32e4-415d-a143-844d05025782Intelligenza artificiale e 5g: la cura cinese al coronavirus Intervista a Francesco Spigarelli, co-autnce ai Thè Glòbaìization of China’s Health Industry: sfide e limiti della sanità di Pechino SIMONE PIERANNI II II sistema sanitario cinese è stato sottoposto, come accaduto a tutto il mondo, a un forte stress durante il periodo pandemico. La Cina, però, è riuscita a superare la prima ondata in modo positivo, consentendo una ripartenza economica piuttosto rapida. Per capire alcune caratteristiche del sistema sanitario cinese alle prese con il Covid, abbiamo intervistato Francesca Spigarelli, professoressa di economia applicata all’università di Macerata e coautrice insieme a Di Tommaso, M.R., Barbieri, E., Rubini, L. del volume uscito da poco Thè Globo lization qf China’s Health industry, industrial Policies, Int ‘ Networks and Company Choices, (Palgrave). In che modo il Covid ha sottolineato problematiche nel sistema sanitario cinese? L’aspetto più rilevante riguarda gli squilibri interni. Le disparità e le differenze all’interno della Cina e all’interno delle classi sociali – in termini di accesso all’assistenza sanitaria – rimangono una delle “ombre” e delle gravi debolezze. Data la natura stessa della salute, che comporta estenalità e ha caratteristiche di bene pubblico, un fallimento nell’includere alcuni segmenti della società potrebbe compromettere alcuni dei risultati raggiunti dal governo negli ultimi anni. In secondo luogo, la manca ta attuazione della riforma sanitaria in un modo ampio e inclusivo, potrebbe mettere a rischio allo stesso tempo sia la stabilità sociale sia la legittimità del partito. La Cina ha raggiunto una distribuzione ampia ma ancora inadeguata della copertura sanitaria, grazie a riforme mirate intraprese da decenni e rafforzate con successivi piani di intervento. Sulla base dei dati disponibili, nel 2003, il 45 % della popolazione urbana e il 79% della popolazione rurale non erano coperti da regimi di assicurazione sanitaria sociale. La riforma Healthy China 2020 (varata nel 2009) è stata implementata per raggiungere una copertura sanitaria di base per tutti i residenti che vivono nelle aree urbane e rurali (entro il 2020), oltre che a migliorare assistenza sanitaria, sicurezza sociale e a riformare il sistema dei farmaci essenziali. Come il sistema ha retto, o meno, alla prima emergenza: in che modo ha contribuito la tecnologia? Un ruolo fondamentale è stato svolto dalla tecnologia: grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale, data analytics e machine learning, la Cina è riuscita a implementare in modo efficace il “metodo 3T” (test, track, treat). Le misure adottate per controllare il virus sembrano aver dato i loro frutti, spostando il contenimento verso la ripresa e garantendo in definitiva la riapertura del Paese e del suo sistema economico. COVID-19 è stato un catalizzatore per la digitalizzazione del sistema sanitario in Cina. Il governo ha promosso un rafforzamento delle infrastrutture sanitarie digitali critiche, come il quadro di condivisione dei dati sanitari a livello nazionale, l’offerta di servizi digitali e la promozione della salute pubblica. La pandemia ha incoraggiato’ adozione di ospedali basati sul web. Gli “Internet hospital” offrono consulenza on line, prescrizioni on line e servizi digestione sanitaria basati sul monitoraggio remoto. L’uso di AI, 5G e big data hanno cambiato il ritmo della diagnosi e del trattamento in Cina. In questo contesto, rimangono ovviamente le notevoli criticità che il sistema deve affrontare, come già indicato. Quali implicazioni ha per l’industria della salute lo scontro tra Cina e Usa? Il ruolo della Cina nel mercato sanitario globale e la competitività delle aziende cinesi sono ampiamente condizionate dalla escalation della guerra commerciale con gli Stati uniti. Il commercio e gli investi-menti nel settore sanitario sono ancora al centro della contesa, nonostante il fatto che Stau Uniti e Ciña stiano attualmente svolgendo ruoli diversi e complementano nella catena del valore globale della sanità. In effetti, la guerra commerciale è radicata nella lotta per la supremazia sull’innovazione, che include anche il campo medico- Mentre gli Stati Uniti sono in testa alla classifica mondiale in termini di spesa globale per ricerca e sviluppo, la Ciña sta facendo enormi progressi nell’innovazione medica e in particolare nel settore bio-farmaceutìco. Le implicazioni della guerra commerciale sono enormi per le aziende di tutto il mondo, considerando che molte imprese 02-12-2020 Estratto da pag. 5 Pag. 1 di 2 23 hanno catene di approvvigionamento fortemente intersecate per materie prime, componenti e prodotti finiti con Stati Uni- Grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale, data analytics e machine learning, la Ciña è nasata a implementare modo efficace il “metodo ÇÃ (test, track, treat) ti e Ciña. Le interdipendenze sono molto elevate sia nel settore dei farmaci, sia nel segmento delle apparecchiature mediche. La Ciña sta reagendo alle tariffe americane facendo leva sul suo ruolo strategico di fornitore di farmaci essenziali e materie prime, inclusi antibiotici, antidepressivi, pillole anticoncezionali e farmaci chemioterapici, nonché di produttore di apparecchiature mediche e reagenti diagnostici utilizzati negli esami a raggi ×, guanti chirurgici e lampade utilizzati in ambito medico. Anche i flussi di investimenti diretti tra Stati Uniti e Ciña fanno parte di questa “contesa”. Gli Stati Uniti hanno iniziato a porre il veto ad alcuni investimenti cinesi, come quelli nel settore delle biotecnologie, a causa di problemi di sicurezza nazionale. Al contra rio, molti produttori americani di dispositivi medici situati in Ciña si stanno trasferendo in altre aree a basso costo del lavoro come Vietnam, Messico o Malesia. La guerra commerciale Usa-Cina si sta espandendo anche alla produzione e diffusione della conoscenza. Il Congresso degli Stati Uniti sta lavorando alla possibilità di limitare l’accesso alle università statunitensi agli studenti cinesi che desiderano studiare biotecnologia e cure mediche avanzate. La fila per tamponi di massa a Wuhan, in Ciña, nel maggio scorso.

Il Manifesto –  02 dicembre 2020 [Simone Pieranni]

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