Virus, allarme per lo shopping di Natale. Cirio: “Folla inaccettabile”. Boccia: “A Capodanno coprifuoco alle 22”

Da Torino a Milano a Roma: assembramenti nelle vie del centro storico. La sottosegretaria Sandra Zampa: “Nel nuovo Dpcm si sta lavorando a misure più restrittive”. E l’infettivologo Galli: “Così rischiamo la terza ondata”.

LA REPUBBLICA 30 NOVEMBRE 2020

ROMA – “Se decidiamo che c’è un limite orario per gli spostamenti, che si torna a casa indipendentemente da quello c’è da fare: c’è da festeggiare il Capodanno? Si festeggia a casa”. Così il ministro Francesco Boccia a Rainews 24. E a chi gli domanda se è vero che ha detto “devono passare sul mio cadavere” se salta il coprifuoco alle 22, il ministro risponde: “Si dicono tante cose nelle riunioni e comunque sì la penso così, come Speranza e tutto il governo. Prudenza e attenzione è la nostra linea, una lunea che mette la salute davanti a tutto”.

“È sconcertante che le persone stentino a comprendere la gravità della situazione e che molto dipenda dai nostri comportamenti che devono essere virtuosi”. Così la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, a 24Mattino su Radio 24, a proposito delle folle da shopping in alcune città italiane passate da zona rossa ad arancione. “Capisco che devi fare compere – ha proseguito – ma se vedi che la situazione è così, forse cambi giorno o zona, forse torni a casa. Questo non è un buon segnale, non conforta”, ha concluso.

Alla domanda se ci sarà un divieto di spostamenti tra Regioni dal 20 dicembre? “Non lo so, so che si sta lavorando a ipotesi restrittive severe. Ma il Dpcm ancora non c’è, ci sono delle ipotesi” ma “tutte le ipotesi che ballano sui giornali creano un’ansia impressionante e preferisco non contribuire anche io con ipotesi non ancora confermate”. ha sottolineato Zampa. “Si cercherà di fare in modo che le persone comprendano che bisogna spostarsi il meno possibile – ha aggiunto – il piano sarà presentato e illustrato dal ministro giovedì 3 dicembre”.

“Ho fratelli, amici, sorelle che mi assediano per sapere – racconta – e ieri sera ho scritto un messaggino, non dico a chi… ma io tempesto il ministro e non solo lui perché c’è anche un tema di urgenza” per le persone che devono eventualmente organizzarsi. “Se alla severità aggiungiamo che si arriva tardi, poi questo dà argomento alle persone di essere arrabbiate e questo è da evitare” conclude Zampa.

Torna anche sul tema scuola: “No, non credo che ci saranno delle riaperture prima di Natale. La scuola aperta a spot non serve a nessuno, serve solo a creare vampate di contagi”. Per Zampa, è “necessario un piano di recupero delle ore andate perse in parte perché – ha spiegato – anche una buona Dad non è equiparabile alle lezioni in presenza”.

Preoccupato per gli assembramenti dell’ultimo weekend di shopping, anche l’infettivologo Massimo Galli, dell’ospedale Sacco-università degli Studi di Milano. “E’ evidente che, se non si mantengono le precauzioni” necessarie a limitare la diffusione dei contagi “non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto”, arrivando cioè a una terza ondata di Covid-19.

Commentando gli assembramenti visti in molte città per lo shopping natalizio, l’esperto ospite di Agorà su Rai3, avverte che “abbiamo ancora moltissimo virus che circola”. Troppo, in tutto il Paese, “per pensare di tornare a un liberi tutti appena avuto un accenno di risultato” dalle restrizioni disposte contro la seconda ondata.

Quanto al cambio di colore scattato ieri nelle regioni che da rosse sono diventate arancioni, il passaggio da una fascia di rischio all’altro “non è un merito. Non è una gara”, ammonisce l’infettivologo. Nel dibattito politico, osserva Galli, “il punto sembra essere cambiare colore”. Invece dovrebbe essere “tenere la situazione a lungo termine il più possibile al di fuori dal pericolo di una ripresa” dell’onda dei contagi. “Mi rendo perfettamente conto delle esigenze dell’economia e del commercio – precisa il medico – ma la salute della gente è un problema importante e la ripresa economica del Paese si misura anche sulla capacità di contenere e limitare i danni costantemente causati dall’epidemia”.

“Se dovessimo ricadere di nuovo a pieno titolo in una situazione come quella che abbiamo vissuto già per la seconda volta, e questo avvenisse come probabile prima che si possa intervenire con un vaccino efficace, credo che anche tutto quel che vien detto in termini di difesa dell’economia – fa notare Galli – subirebbe dei danni”.

“Quello che ho visto ieri in alcune vie a Torino è qualcosa che mi riporta con la mente in estate e non possiamo permettercelo”. Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, commenta così le immagini della folla che ieri hanno accompagnato la riapertura dei negozi. “Quello che è successo ieri a Torino è qualcosa di inaccettabile”, sottolinea ai microfoni di Radio Veronica One. “Questa mattina parteciperò al Comitato per l’Ordine pubblico e chiederò al prefetto interventi rigorosissimi – aggiunge – So che le forze dell’ordine hanno fatto tanto ma evidentemente non basta. I piemontesi si stanno comportando in modo serio, ma laddove ci sono situazioni che scappano di mano bisogna intervenire subito in maniera netta”.

Deciso sulla necessità di limitare gli spostamenti anche Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, ospite a Mattino Cinque: “Oggi comincia il confronto con il governo per valutare misure che da un lato rendano possibile di fare attività per le regioni che sono in zona gialla, ma dovremo cercare misure che evitino il tana libera tutti: per il periodo natalizio è necessario limitare gli spostamenti. Se da gennaio ci saranno le prime dosi di vaccino – spiega – dovremmo arrivare alla prossima estate a vedere la luce in fondo al tunnel. Adesso dobbiamo evitare che a gennaio e febbraio si torni a cosa abbiamo vissuto in questi mesi”.

Per il governatore ligure, Giovanni Toti:  “Nessuno chiede di andare allo sbaraglio, ma di valutare tutti i problemi che abbiamo di fronte, quelli sanitari e quelli economici. Non abbiamo reticenze a stabilire regole, ma crediamo che si possano tenere presenti tutte le esigenze di questo momento delicato. Dobbiamo stare molto attenti ai riti di natale: certe code e certi assembramenti sono, forse, più pericolosi di altre cose che vietiamo o limitiamo, come i ristoranti”.

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