Quando entri a Roma Scalo San Lorenzo la mattina presto, è ancora buio, ma mano che il sole lo rischiara il colore predominante è l’arancione, sulle ribalte l’attività è febbrile, ordinata, serena, ti arriva all’orecchio il vocio degli operatori che caricano i furgoni che portano la merce al centro.
Senti parlare e cantare romano, non manca mai il sorriso sul viso di chi lavora, pace per chi lo riceve ed energia per chi lo regala.
Le cose belle non nascono da sole, c’è bisogno di passione, lavoro e dedizione, di una storia, della storia e quella dello Scalo San Lorenzo è antica, c’è bisogno d’amore per proseguirla e migliorarla, c’è bisogno di rispetto, di fedeltà a quei valori immortali di libertà, solidarietà e progresso che hanno sempre distinto il quartiere romano nei momenti difficili della guerra e della difesa della libertà del cittadino contro la tirannia del più forte.
Il CLS la passione ce l’ha e pure la storia, parte dal lontano 1947 a Tortona (CN), anno di costituzione della prima cooperativa di servizi e trasporti, realizzata da 9 reduci della campagna di Russia. Una storia ricca di due valori: 1) l’attenzione al fattore umano, prima l’uomo, poi il pacco e poi l’economia 2) l’innovazione finalizzata al miglioramento della vita degli operatori e dei cittadini a partire da quelli del quartiere. Questo è poco ma è sicuro, il resto lo dovranno dire le persone che conoscono il CLS. (Consorzio Logistica Soluzioni Servizi Sostenibili).
Chi vince tra le ferrovie e chi fino ad ora,12 anni, ha gestito Scalo San Lorenzo, piattaforma logistica urbana di prossimità della città di Roma (C.D.U.)? E ’una domanda retorica, che ha già in sé la risposta. Non vince nessuno, dovranno vincere tutti, se tutti rimarranno fedeli ai valori che hanno contraddistinto il quartiere San Lorenzo e il suo Scalo Ferroviario e il Consorzio C.L.S.
E specialmente in questo momento storico tanto difficile, nessuno si può permettere di mettere in contrapposizione valori e servizi utili ai cittadini, ai lavoratori, all’economia, ed azzerare esperienze che hanno dimostrato nei fatti, la loro dedizione al sociale, alla sicurezza e alla salute di lavoratori e cittadini; non se lo può permettere San Lorenzo, non se lo può permettere Roma, non se lo può permettere l’Italia, non ce lo possiamo permettere Noi.
commercianti, lavoratori, studenti, ricercatori per la realizzazione a Roma San Lorenzo di un’economia ambientale di prossimità sostenuta dall’Intermodalità, che metterà insieme i servizi su ferro, con quelli su gomma, che sono in attività nello Scalo, già aggiornati all’eco-innovazione del 2020 e fatti a posta per Roma.
Un logistica di servizi nuovi e sostenibili, a fondamento di una BioEcoCittà, per una città di Roma che dovrà essere sempre più sostenuta da iniziative di Blue Economy e aperta a nuove professionalità green. Per una Bio-Economia circolare di prossimità per una città millenaria che merita il nostro rispetto.
Vogliamo riportare per concludere alcune considerazioni sul lavoro di Papa Francesco:
“La qualità della vita nelle città è legata in larga parte ai trasporti di cose o persone, che sono spesso causa di grandi sofferenze per gli abitanti. Nelle città circolano molte automobili utilizzate da una o due persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello d’inquinamento, si consumano enormi quantità di energia non rinnovabile e diventa necessaria la costruzione di più strade e parcheggi, che danneggiano il tessuto urbano. Molti specialisti concordano sulla necessità di dare priorità ai trasporti nel rispetto della bio-ecocittà. Le
previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia”.
Queste parole, si sposano benissimo con il ruolo svolto in questi anni dalla Logim, che con il CDU nello Scalo di San Lorenzo. Un servizio per il primo e ultimo miglio della “Logistica Distributiva” che rispetta, uomo, natura, ambiente, per una bio-ecocittà attraverso la costruzione di bio-ecoquartieri, il primo di diritto o per logica è quindi il quartiere di San Lorenzo.