Logistica urbana la cenerentola… forse qualcosa si muove

d1fef65f-bf90-4a16-97ba-ccabfd5517a4La logistica distributiva urbana da sempre dimenticata dalle governance e dagli enti decisori, pur a fatica pare assumere una certa attenzione. Questo non solo per le pesanti conseguenze che l’impatto di tale attività ha sulla vita delle città ma anche come uno dei fattori di criticità delle negatività ambientali delle città stesse.

Da non sottovalutare il fatto che tutte le diseconomie e criticità ecologiche provocate dal forte impatto della distribuzione delle merci sarà sempre più aggravato anche dal nuovo fenomeno in espansione dell’e-commerce che accentua la micro distribuzione.

Si tratta di diseconomie e criticità non più sostenibili. Si pensi che in Europa si stimano in 100 miliardi di euro i costi delle inefficienze; parliamo di 1% del PIL. Un po’ per questi aspetti economici ed anche per la crescente spinta verso politiche green la stessa Commissione Europea ha preso coscienza del problema sollecitando gli stati membri a raggiungere, entro il 2030, l’obiettivo di emissioni zero nel settore della distribuzione urbana. Una  occasione da non perdere!

Si tratta di tempi che paiono lunghi ma in effetti sono molto ravvicinati se si considerano le tante cose da fare in termini di riorganizzazione del sistema imprese e delle città stesse.

Non va dimenticato che questo è un comparto che in ragione della storica disattenzione dei decisori foto 39locali e nazionali è cresciuto nella totale anarchia normativa e organizzativa.

Lo stesso sistema di imprese è costituito, in prevalenza da micro imprese, da un esercito di “padroncini ” che operano in mercati a remunerazione marginale.

Le condizioni che ne conseguono per le condizioni di lavoro degli operatori sono inaccettabili e gravose. La stessa disorganizzazione degli ambiti operativi della Città aggrava la situazione a danno della efficienza del servizio, della sicurezza del lavoro, dell’aggravio del caos del traffico.

E tra le conseguenze più gravi di questa marginalità del settore va annoverata la permeabilità alla illegalità diffusa ed anche forme di criminalità economica. Ma stiamo alla illegalità diffusa che non può non essere conosciuta e quasi tollerata (?) da chi dovrebbe controllare, sanzionare. Una illegalità in larga parte determinata da una sorta di “lavoro sommerso” in quanto sottopagato rispetto all’equo compenso. Questa sottrazione di valore si riversa nella elusione e quando è peggio nelle retribuzioni e nei carichi di lavori. Stato, lavoratori alla fine pagano il prezzo di tutto questo ma anche i clienti e la città quando il servizio è stressato, i mezzi vecchi e inquinanti.  

Ben venga dunque una iniziativa Europea che pone obiettivi e responsabilità e tempi a tutti gli attori del comparto. E bisogna fare presto perché il tempo è poco per le tante cose da dover fare.

Si tratta di progettare politiche incentivanti, normative che favoriscano l’innovazione e il riordino del settore, dei parchi mezzi, delle modalità di accesso e distribuzione. Scelte e politiche premianti l’innovazione e la sostenibilità dialogando con il mondo della distribuzione urbana ma anche qualificando gli operatori ad esempio mediante un “Accreditamento”.

La città è un luogo pubblico e non può essere a disposizione di chiunque senza regole quindi chi vi opera deve essere non solo autorizzato ma Certificato in quanto ha caratteristiche tali da poter agire come operatore. In tal modo si ridà dignità anche all’operatore oggi di norma vessato da tutti nel suo agire quotidiano nel caos cittadino.

Per fare questo occorrono idee, progetti, risorse. Siamo in pieno sentimento delle politiche green. La Germania ha recentemente stanziato 54 miliardi di euro  e 100 da qui al 2030 per investimenti sulla mobilità sostenibile.

 Da noi salvo il pasticcio della plastica si vede ben poco. E non è solo un problema di risorse ma di progetto, di intelligenza, di competenza. La Germania ha costruito un dispositivo a somma zero per la spesa pubblica (senza fare Debito) con mix equilibrato di investimenti, deduzioni e agevolazioni che non vada ad incidere sui costi delle aziende e sui prezzi. Ciò per evitare delocalizzazioni e aumenti per il consumatore. Evidentemente si può fare.

Un ruolo importante nel fare maturare consapevolezza e progettualità lo possono giocare quelle realtà imprenditoriali innovative che da tempo sperimentano e innovano. Che da tempo si battono per un giusto valore al servizio e al lavoro per sconfiggere l’inganno del “lavoro sommerso” nascosto in tariffe e contratti capestro nei quali non ci stanno giusti compensi commerciali, giuste retribuzioni, nè sicurezza del lavoro.

Si tratta di una sfida importante e da non perdere. Abbiamo l’occasione di veder finalmente prendere forma gli obiettivi di tante battaglie e sacrifici che come sistema CLS abbiamo sempre portato anche tra non poche incomprensioni e pagando prezzi pesanti.

Siamo pronti a dare tutto il contributo necessario sia di proposte che di opportunità di aggregazioni utili per tutte quelle forze imprenditoriali e sociali che vorranno impegnarsi per una impresa veramente affascinante verso una Logistica Urbana Sostenibile, verso una attività che conquista dignità al servizio di una Città che amiamo.

Roma 18-11-2019                                                         R.I.S. (Ricerca Innovazione Sostenibile)

foto sdmi

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